domenica 6 settembre 2020

Omega “Jumbo” Ref. 2505-20

Sempre nel febbraio 2020 gironzolavo in un mercatino diverso dal mio solito, stavolta in compagnia di mia moglie e quindi con mia promessa interiore di non acquistare per non incorrere in problemi con la consorte.
Appena arrivati mi accosto ad un banchetto dove erano seminascosti alcuni orologi, due attirarono la mia attenzione, chiesi il prezzo e data la cifra senza nemmeno vederli li presi e li intascai dopo aver pagato il dovuto.
Trascorsi il resto della mattinata con i due pezzi in tasca senza tirarli fuori per un'occhiata approfondita, la mia signora avrebbe emesso un commento più eloquente di una semplice sbuffata quando li acquistai.
E nemmeno avrei potuto capire bene perchè causa velocità nel nascondere la malefatta vidi perifericamente che uno era completamente opaco e pieno di sporco sotto il vetro, nessun problema, sarebbero andati più che bene per ricambi.
Mia moglie ormai è rassegnata ma come credo tutte, non possono esimersi da leggere o pesanti reprimende del nostro operandi di collezionisti, quindi sempre meglio limitare o meglio ancora andare per mercatini soli o con un amico.
Arrivati a casa devo ancora soffrire perchè c'è il pranzo Domenicale e i due orologi rimangono ancora nella tasca della pesante giacca usata per ripararmi dal freddo.
Finalmente dopo ore riesco a prelevarli e dedicarmi ad una prima analisi, mi cade l'occhio sulla corona del pezzo disastrato e lascio perdere immediatamente l'altro ben più leggibile.
Una corona marchiata Omega...
Dal vetro si scorge poco o nulla, sicuramente però guardando con attenzione già sulla bancarella avrei immaginato cosa fosse, pur magari restando nel dubbio potesse essere qualche accrocchio.
Apro la cassa, sporchissima ma molto bella con pochissimi graffi e mi si presenta davanti un movimento dorato bellissimo, pulitissimo, funzionante.
Il fondello come il movimento riporta tutti i marchi Omega e la referenza.
Tolgo la lunetta che regge il vetro e meraviglia, appare uno sporchissimo quadrante originale.
Smonto tutto, ripulisco dal fango, molto probabile che sia stato alluvionato e recuperato in qualche scantinato disastrato, rimango però stupito che non sia passato quasi nulle nella parte interna dell'orologio preservando da danni costosissimi il prezioso movimento.
Una volta ripulito il quadrante si presenta decisamente patinato con alcune aree più rovinate, ma assolutamente leggibile e soprattutto utilizzabile senza dover ricorrere a ristampe o sostituzioni.
Potrei pensare che il fango si sia essiccato velocemente e abbia contribuito a preservare l'integrità della superficie, intaccandolo più profondamente solo in aree limitate, sia andata come è andata, un vero colpo di fortuna.
Le lancette si lasciano ripulire facilmente, sono in oro massiccio e letteralmente spettacolari, in oro anche tutti gli indici applicati e il simbolo Omega.
La cassa ha poi subito una lucidatura veramente leggera tanto era poco usurata, il movimento ha dovuto essere ripulito da qualche schizzo di fango solo in poche parti periferiche e nella zona delle ruote lancette.
Anche il vetro è poi risultato abbastanza bello seppur con graffi sulla superficie ma non originale mancando il piccolissimo logo inciso al suo centro, probabilmente era già stato sostituito, cosa che faccio anche io montandone un plexiglass nuovo.
Abbino a questo splendido Omega un cinturino in pelle marroncino con cuciture chiare che lo rende elegantissimo.
Ricerco poi informazioni in internet e scopro che è una referenza della serie soprannominata Jumbo per via delle sue notevoli dimensioni, ben 38 mm di diametro senza corona, e ha quotazioni notevoli per un orologio in acciaio.
Inoltre il suffisso 20 della referenza è estremamente raro pur all'interno di 2505 abbastanza diffusi.
Dal sito Omega scopro che il design del quadrante è proprio della referenza corretta e il movimento deve essere o un 265 oppure un 266, quest'ultimo presente all'interno del mio.
A volte accade che tra le cose vecchie ci si possa imbattere un autentici colpi di fortuna come mi è successo con questo bellissimo Omega, solo... evitare di andare con la moglie e soprattutto guardare bene subito per non farsi poi venire un infarto per l'emozione allo scoprire cosa si è acquistato.

Dal seriale del movimento si risale all'anno di costruzione e questo è del 1953.



Cassa tonda in acciaio in tre parti chiusa da un fondello in acciaio a pressione.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica  38,2 mm
Altezza con le anse                         46,7 mm
Spessore                                         9,1 mm
Anse                                              18    mm

Il movimento è un Omega 266 a carica manuale con 17 rubini, 18.000 A/h e una riserva di carica di circa 45 ore
Deriva dalla serie iniziata con il calibro 30T, serie prodotta in più di 3.000.000 di esemplari in un arco di tempo che va dal 1939 al 1963.

1 commento:

  1. ciao Giorgio , grazie per l'esemplare esposizione , modello simile per non dire uguale a quello ereditato da mio padre (1927-1998) che ha come il tuo solo il numero delle ore 12 , ma il mio ereditato ha a ore 3 , 6 e 9 dei punti , invece 1, 2,4,5,7,8,10 e 11 come il tuo., Almeno ora so con ragionevole certezza , grazie a te ed alla tua evidente competenza, che ho ereditato uno della serie denominata jumbo

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