lunedì 7 settembre 2020

Avia 15 Jewels

Dopo aver recuperato le pubblicazioni di orologi accumulati negli anni e mesi passati, con questo Avia 15 Jewels mi allineo alla contemporaneità di pubblicazione nel Settembre 2020.
In realtà questo elegante orologio di conosciuta e apprezzata casa Svizzera era già mio nel lontano 2008, uno dei primi della mia collezione, che dovetti vendere a mio cognato a causa delle sue pressanti richieste.
Pochi giorni fa mi esce con la novità di voler sfoltire il suo parco orologi... pochi pezzi, non è un collezionista, di sicuro si è stancato di questo Avia, non mi stupisce, è un pò volubile.
Glielo ricompro, allo stesso prezzo di vendita, nè un Euro di più nè un Euro di meno, l'ha tenuto bene.
Ho solo dovuto sostituire il plexi molto rigato, ne avevo uno pronto avanzato da tempo della stessa identica misura, incredibile !!
La cassa, placcata oro è ancora bella nelle stesse condizioni di 12 anni fa, ho le foto dell'epoca e posso fare il raffronto.
E così per questa ultima puntata (non ne sono così tanto sicuro che sia davvero l'ultima...) aggiungo un orologio non restaurato. 

Questo Avia è probabilmente degli anni 50 del secolo scorso.



La cassa è placcata oro di forma tonda.
Il fondello in acciaio chiuso a pressione.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica   37   mm
Altezza alle anse                             45    mm
Spessore                                          9,8 mm
Anse                                               18   mm

Il movimento è un AS 1203 a carica manuale ha 17 rubini e 18.000 A/h con 40 ore di riserva di carica.
E' stato prodotto a partire dal 1950.

Seiko 7C43-7000 Diver Quartz

Da Febbraio 2020 a causa del problema Covid-19 e relativo Lock-Down andare per mercatini è stato assolutamente impossibile perchè tutti annullati.
Dopo mesi di chiusura in casa finalmente in Italia le normative sono meno stringenti e riparte così la stagione dell'antiquariato ambulante, così ancora una volta assieme a mia moglie in Giugno mi reco al mio solito mercatino con entrate contingentate nell'area espositiva.
Essendo con la mia signora cerco di limitarmi a guardare e "non toccare" per non incorrere in guai seri ma inevitabilmente l'occhio mi cade in una vetrinetta posta su un banchetto.
All'interno sono in mostra orologi totalmente non interessanti meno uno che sembra essere messo lì apposta per farmelo prendere in mano e guardarlo bene, memore della frettolosità quando acquistai l'Omega e il Calan.
Il venditore mi fa un prezzo, rimango poco interessato perchè trattandosi di un quarzo, in mancanza di una batteria per poterlo provare si corre il serio rischio che non funzioni, oltretutto trattandosi di un Seiko la cosa è decisamente probabile.
Giro e rigiro in mano questo Seiko 7C43-7000, un bel diver completamente originale, sporchissimo e maltrattato, esprimo al venditore le mie perplessità sul problema costi qualora non funzioni mentre mia moglie con mia enorme sorpresa mi dice: "Prendilo, poi se non funziona pazienza...", probabile sia nadata fuori di senno per il caldo di quel giorno di Giugno oppure ormai si è rassegnata... propendo per la prima ragione.
Nonostante abbia ricevuto il beneplacito, continuo a rimanere dubbioso anche perchè di Seiko al quarzo me ne intendo pochissimo, quando la signora adocchia due graziosi quadretti e il venditore prende la palla al balzo e me li inserisce nel prezzo pattuito in precedenza.
Che fare ? Ovviamente comprare i due quadretti alla moglie con annesso orologio...
Arrivato a casa, dopo pranzo apro il fondello e monto una batteria nuova, nulla da fare, non si muove.
Non mi resta che smontare il tutto e provare a pulire contatti e circuito, cosa che faccio con delicatezza ma di funzionare non ne vuol sapere.
Già che ho iniziato smonto il resto, lunetta inchiodata, movimento, quadrante e lancette arrivando alla ghiera che blocca il vetro, molto rovinato, che rimane "cementata".
Il quadrante è assolutamente perfetto così come le lancette, segno della eccellente impermeabilità di questa serie di diver, il resto mi fa lavorare molto accumulando una quantità di morchia impressionante pure all'interno della corona.
Alla fine ne esco vincitore e ripongo il tutto in una scatoletta sigillata perchè devo darmi da fare per trovare i ricambi per il movimento.
Con le ricerche dei pezzi scopro che questa serie di orologi è molto ambita dai collezionisti e seppur non rara come la precedente 7548-7000 (il famoso Seiko di Brian May, chitarrista dei Queen), è stata prodotta per pochi anni.
Con una fatica immane, trovo in rete un circuito nuovo ad un prezzo esorbitante sperando che sia il solo problema perchè se fosse anche la bobina l'esborso quasi duplica.
Attendo...in Agosto, complice anche il fermo ferie, vado a portare alcuni orologi dal mio amico Maestro Orologiaio e aggiungo questo Seiko, alcuni pezzi per la verità soprattutto per farmi svitare la ghiera fermavetro.
Mi controlla il funzionamento del movimento, lo mette dentro a qualcosa di magnetico e il rotore gira molto bene, e voglio ben dire, l'avevo smontato, lavato e oliato alla perfezione.
Meno male, la bobina è buona.
Prepara il torchietto e blocca la cassa con decisione, fissa le punte, blocca il tutto in una morsa e inizia a girare il volantino... o perlomeno ci prova.
Pare impossibile da schiodare, dopo una ventina di minuti con una faccia paonazza per lo sforzo riesce a svitare la maledetta ghiera.
Mi promette che proverà a cercare un circuito nel frattempo io cercherò un vetro originale da sostituire a quello rovinatissimo.
Esploro la rete con meticolosità ed infine trovo un vetro corretto, purtroppo è a prezzo folle e il costo si aggiunge a quello della ruotina del datario che essendo in plastica e molto fine e delicata era spezzata.
Arrivano i ricambi e li monto dopo aver lucidato bene la cassa lasciando inalterata la satinatura circolare della carrure, arriva anche la telefonata dal mio amico orologiaio che ha trovato miracolosamente un circuito: "Costa caro..." mi dice,  però qualcosina meno che il folle prezzo scovato in Internet.
Vado a riprendere gli orologi lasciati per la revisione e mi monta il circuito, finalmente il 7C43 si mette a funzionare alla perfezione !!
Mi dà anche un cinturino Z22 non originale che provvisoriamente vestirà questo Seiko, quello che c'era al momento dell'acquisto originalissimo, purtroppo molto rovinato, secco e sporco, non recuperabile, lo tengo come corredo di autenticità, mi ha perlomeno donato la fibbietta giusta.
Purtroppo anche il cinturino originale è difficilissimo da trovare, ho visto alcune inserzioni negli USA, in Europa niente, dalle foto mi sorgono pure dubbi sull'effettiva realizzazione Seiko.
Questo restauro è stato costoso, ne è valsa sicuramente la pena perchè questi Diver sono molto belli, la fortuna nel reperire i ricambi ha aiutato soprattutto per il circuito e il non aver cambiato l'inserto della lunetta, vissuto ma leggibile, soprattutto originale al 100% ha limitato di poco le spese.
E' un subacqueo 200 metri con tutte le guarnizioni nuove ma credo che starà lontano dall'acqua, molto lontano.
Chi me la farà fare nuovamente una fatica così per restaurare un orologio ?
Mi consola il fatto che è un pezzo davvero splendido.

Il mio Seiko 7C43-7000 è del Febbraio 1988, uno degli ultimi prodotti di questa referenza.



Cassa con corona ad ore 4 in acciaio.
Fondello in acciaio chiuso a vite con OR.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica  42,2 mm
Diametro lunetta                             41   mm
Altezza con le anse                         44,9 mm
Spessore                                        11,8 mm
Anse                                               22   mm

Il movimento è un Seiko 7C43 al quarzo.

Calan 15 Rubis First Class Antimagnetic

Calan... che marchio è ?
E' la ovvia domanda che si farebbe chiunque legga questa pubblicazione: ebbene è una sottomarca della ben più conosciuta Muros registrata nel 1944 in Svizzera, marchi ormai scomparsi.
L'appartenenza di questo Calan First Class alla Muros è certificata dal ponte del movimento marchiato proprio Muros Watch Factory.
Acquistato assieme all'Omega pubblicato subito prima di questo orologio, è ovviamente passato in secondo piano nelle mie attenzioni visto il pregio del precedente.
Ad ogni modo è un orologio degno di nota in quanto di grandi dimensioni, poco meno di 38 mm, e per le inusuali (per l'epoca) anse da 20 mm.
La cassa come detto di generose dimensioni, è in tre pezzi come in quasi tutti gli orologi degli anni 50-60 del secolo scorso, costruita in una strana lega con superficie allo stato naturale, non cromata.
Avevo il dubbio potesse trattarsi di ottone successivamente nichelato ma una piccola incisione all'interno è risultata di colore "bianco" come l'esterno.
E' bastata una passata con un panno per argenti per farla splendere abbastanza seppur non brilli come una buona cromatura.
Il quadrante è estremamente leggibile con una patina uniforme sul quale spiccano gli indici dorati in numeri arabi, non ha avuto bisogno di nessuna pulizia.
Il plexiglass in perfetta forma ha subito solo una leggera lucidatura per eliminare i micrograffi e ha una bella forma bombata abbastanza pronunciata.
Il movimento semifunzionante l'ho revisionato cambiando la molla di carica del bariletto perchè non spingeva a sufficienza, ora marcia con buona precisione.
Infine un cinturino in pelle nocciola dona a questo sconosciuto orologio una certa raffinatezza pur rimanendo un modello di poco valore intrinseco, insomma, un pezzo davvero carino.

Non essendoci incisioni di revisioni all'interno del fondello, non posso datare questo Calan, ma dal design si può certamente inserire tra 1l 1950 e il 1960 o poco oltre.



Cassa tonda in lega in tre parti chiusa da un fondello in acciaio a pressione.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica  37,7 mm
Altezza con le anse                         45,2 mm
Spessore                                         9,7 mm
Anse                                              20   mm

Il movimento è un Amida 500 a carica manuale con 15 rubini, 18.000 A/h
Ha lo scappamento Pin Lever.

domenica 6 settembre 2020

Omega “Jumbo” Ref. 2505-20

Sempre nel febbraio 2020 gironzolavo in un mercatino diverso dal mio solito, stavolta in compagnia di mia moglie e quindi con mia promessa interiore di non acquistare per non incorrere in problemi con la consorte.
Appena arrivati mi accosto ad un banchetto dove erano seminascosti alcuni orologi, due attirarono la mia attenzione, chiesi il prezzo e data la cifra senza nemmeno vederli li presi e li intascai dopo aver pagato il dovuto.
Trascorsi il resto della mattinata con i due pezzi in tasca senza tirarli fuori per un'occhiata approfondita, la mia signora avrebbe emesso un commento più eloquente di una semplice sbuffata quando li acquistai.
E nemmeno avrei potuto capire bene perchè causa velocità nel nascondere la malefatta vidi perifericamente che uno era completamente opaco e pieno di sporco sotto il vetro, nessun problema, sarebbero andati più che bene per ricambi.
Mia moglie ormai è rassegnata ma come credo tutte, non possono esimersi da leggere o pesanti reprimende del nostro operandi di collezionisti, quindi sempre meglio limitare o meglio ancora andare per mercatini soli o con un amico.
Arrivati a casa devo ancora soffrire perchè c'è il pranzo Domenicale e i due orologi rimangono ancora nella tasca della pesante giacca usata per ripararmi dal freddo.
Finalmente dopo ore riesco a prelevarli e dedicarmi ad una prima analisi, mi cade l'occhio sulla corona del pezzo disastrato e lascio perdere immediatamente l'altro ben più leggibile.
Una corona marchiata Omega...
Dal vetro si scorge poco o nulla, sicuramente però guardando con attenzione già sulla bancarella avrei immaginato cosa fosse, pur magari restando nel dubbio potesse essere qualche accrocchio.
Apro la cassa, sporchissima ma molto bella con pochissimi graffi e mi si presenta davanti un movimento dorato bellissimo, pulitissimo, funzionante.
Il fondello come il movimento riporta tutti i marchi Omega e la referenza.
Tolgo la lunetta che regge il vetro e meraviglia, appare uno sporchissimo quadrante originale.
Smonto tutto, ripulisco dal fango, molto probabile che sia stato alluvionato e recuperato in qualche scantinato disastrato, rimango però stupito che non sia passato quasi nulle nella parte interna dell'orologio preservando da danni costosissimi il prezioso movimento.
Una volta ripulito il quadrante si presenta decisamente patinato con alcune aree più rovinate, ma assolutamente leggibile e soprattutto utilizzabile senza dover ricorrere a ristampe o sostituzioni.
Potrei pensare che il fango si sia essiccato velocemente e abbia contribuito a preservare l'integrità della superficie, intaccandolo più profondamente solo in aree limitate, sia andata come è andata, un vero colpo di fortuna.
Le lancette si lasciano ripulire facilmente, sono in oro massiccio e letteralmente spettacolari, in oro anche tutti gli indici applicati e il simbolo Omega.
La cassa ha poi subito una lucidatura veramente leggera tanto era poco usurata, il movimento ha dovuto essere ripulito da qualche schizzo di fango solo in poche parti periferiche e nella zona delle ruote lancette.
Anche il vetro è poi risultato abbastanza bello seppur con graffi sulla superficie ma non originale mancando il piccolissimo logo inciso al suo centro, probabilmente era già stato sostituito, cosa che faccio anche io montandone un plexiglass nuovo.
Abbino a questo splendido Omega un cinturino in pelle marroncino con cuciture chiare che lo rende elegantissimo.
Ricerco poi informazioni in internet e scopro che è una referenza della serie soprannominata Jumbo per via delle sue notevoli dimensioni, ben 38 mm di diametro senza corona, e ha quotazioni notevoli per un orologio in acciaio.
Inoltre il suffisso 20 della referenza è estremamente raro pur all'interno di 2505 abbastanza diffusi.
Dal sito Omega scopro che il design del quadrante è proprio della referenza corretta e il movimento deve essere o un 265 oppure un 266, quest'ultimo presente all'interno del mio.
A volte accade che tra le cose vecchie ci si possa imbattere un autentici colpi di fortuna come mi è successo con questo bellissimo Omega, solo... evitare di andare con la moglie e soprattutto guardare bene subito per non farsi poi venire un infarto per l'emozione allo scoprire cosa si è acquistato.

Dal seriale del movimento si risale all'anno di costruzione e questo è del 1953.



Cassa tonda in acciaio in tre parti chiusa da un fondello in acciaio a pressione.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica  38,2 mm
Altezza con le anse                         46,7 mm
Spessore                                         9,1 mm
Anse                                              18    mm

Il movimento è un Omega 266 a carica manuale con 17 rubini, 18.000 A/h e una riserva di carica di circa 45 ore
Deriva dalla serie iniziata con il calibro 30T, serie prodotta in più di 3.000.000 di esemplari in un arco di tempo che va dal 1939 al 1963.

giovedì 3 settembre 2020

Vetta Yacth Incabloc Automatic

Febbraio 2020, solito mercatino, trovo su un banchetto questo Vetta Automatico che desta la mia curiosità a causa dell'insolito quadrante o perlomeno insolita scala che reca.
Sinceramente non ho idea quale scopo abbia, assomigliando a qualcosa che ha a che fare con le regate, ho deciso di denominarlo "Yachtc".
Le condizioni erano buone nonostante la sporcizia, sfortunatamente il vetro in plexiglass aveva una profonda intaccatura, per il resto funzionava.
A casa l'ho completamente smontato e dopo averlo ripulito e lucidato leggermente la cassa ripristinando la satinatura circolare sulla carrure mi sono messo a cercare un vetro che sostituisse quello malandato.
Ho cercato e cercato ma un plexiglass così alto e sporgente non l'ho trovato, figuriamoci se avevo pure la fortuna di trovarlo con la lente per il datario.
Così dato l'altissimo spessore decido di recuperarlo al tornio, avrò limato perlomeno 1 mm e mezzo ma alla fine è venuto perfetto e ancora decisamente sporgente dalla lunetta mantenendo il suo curioso aspetto.
La lunetta è girevole bidirezionale, l'inserto perfetto così come il particolare quadrante di colore grigio scuro, dovrò solo riluminare la lancetta delle ore con una pasta luminosa invecchiata che al momento non ho, un lavoretto da fare prossimamente.
Il bracciale presente al momento dell'acquisto l'ho lasciato dopo pulizia e lucidatura, non è sicuramente il suo originale ma trovo che doni a questo Vetta un buon equilibrio estetico.

All'interno del fondello ho trovato una incisione di revisione nel 1972, di conseguenza calcolando aprossimativamente cinque anni ne deduco che sia stato prodotto tra il 1965 e il 1967.

Per saperne di più: ChronoStoria Vetta



La cassa è completamente in acciaio di forma galbè.
Il fondello  è chiuso a vite con generoso OR.

Dimensioni:
Larghezza esclusa corona di carica  36    mm
Altezza alle anse                              40    mm
Spessore                                         11,8 mm
Anse                                                18   mm

Il movimento è un ETA 2622 automatico, 25 rubini, ha una frequenza di 21.600 A/h, cambio della data ruotando le lancette tra le ore 20 e le 24, infine una riserva di carica di circa 42 ore (in posizione ferma).
La serie di questi movimenti è stata prodotta a a prtire dal 1963.

mercoledì 2 settembre 2020

Vulcain S

Con il Vulcain S termino la presentazione del trittico acquistato nel Gennaio 2020.
E il mio primo orologio di questa prestigiosa casa che ha prodotto soprattutto splendidi "svegliarini", i famosi Cricket.
Si aggiunge alla mia collezione come non restaurato, infatti anche in questo caso non ho risistemato la placcatura che è in uno stato generale decente e che dona una aria vissuta a questo raro Vulcain.
Quando lo acquistai il movimento funzionava un po si e un po no a seconda di come gli pareva, così lo feci revisionare da un maestro orologiaio.
Cinturino nero stile vintage completano l'opera.

Posiziono questo Vulcain negli anni successivi al 1965, probabilmente prima del 1970.



La cassa è placcata in oro di forma tonda.
Il fondello in acciaio è chiuso a vite con guarnizione..

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica  34,3 mm
Altezza con le anse                         41,9 mm
Spessore                                         9,2 mm
Anse                                              18 mm

Il movimento è un FHF 96 rivisto dalla stessa Vulcain, carica manuale, 17 rubini, frequenza di 18.000 A/h e una riserva di carica di circa 48 ore.

Kalos 19 Rubis Antimagnetic

Il secondo orologio del trittico anni 60 è questo Kalos con cassa placcata oro.
Le sue condizioni erano decisamente inferiori all'Enicar presentato prima, sia di cassa che è leggermente sfogliata che per via del movimento con asse del bilanciere rotto.
Dovendo mandare al mio amico orologiaio alcuni pezzi di pregio leggermente superiore, aggiunsi anche il Kalos e il Vulcain per una revisione totale e sostituzione dei vari particolari rotti.
Al suo ritorno decisi di non restaurare la cassa e fa di questo orologio uno dei pochi in stato completamente originale e ci montai un bel cinturino decisamente stile vintage.
Seppur sia un orologio economico, nonostante un pregevole movimento ETA 1120, ha un quadrante elaborato con indici su rehaut separato e lavorazione radiale esternamente che lo rende molto accattivante.

Il Kalos è databile dal 1960 al 1965.

Per saperne di più: ChronoStoria Kalos

Riguardo al marchio, alla luce di migliori informazioni trovate nel frattempo, lo classificano nella produzione svizzera o della Hoga o della Alexander Jenny (non quella dei Caribbean).
Nella Chronostoria ho inserito l'altro mio Kalos e alcuni modelli con cassa Squale che andrebbero separati perchè con molta probabilità sono loro ad essere stati prodotti da una azienda di Pavia, in futuro farò una revisione della documentazione.



Cassa placcata oro, forma tonda e lunetta montata a pressione, vetro in plexiglass.
Fondello in acciaio con chiusura a pressione.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica 34,8 mm
Altezza con le anse                        41   mm
Spessore                                        9,9 mm
Anse                                             18   mm

Il movimento è un ETA 1120 a carica manuale ed è stato costruito a partire dal 1960 con 19 rubini.
E' un 12 linee con uno spessore di 3,5 mm, viaggia a 18.000 A/h con una riserva di carica dichiarata di 43 ore.

Enicar Ultrasonic Ref. 1000/36

Dopo aver pubblicato orologi acquistati negli anni precedenti arrivo ora al 2020.
Nel Gennaio di quest'anno, manco a dirlo al solito mercatino, mi porto a casa un trittico tutti dello stesso venditore, il quale nel corso degli anni è diventato anche un caro amico.
Inizio da uno splendido Enicar Ultrasonic, gli altri due che pubblicherò immediatamente dopo, sono un Kalos Antimagnetic e un raro Vulcain S, tutti e tre modelli degli anni 60 del secolo scorso.
Questo bellissimo Enicar era in condizioni eccellenti, aveva solo il plexiglass rotto che ho sostituito prontamente dopo aver ripulito un pochino la cassa negli interstizi, poca cosa realmente
Anche il movimento di manifattura Enicar, che impreziosisce questo modello, era bellissimo, pulito e perfettamente funzionante.
Il quadrante si può affermare come nuovo, e spicca per via della lunetta sottile e un grande vetro nonostante la cassa sia poco più di 35 mm.
L'effetto è di mostrare dimensioni decisamente più grandi di quello che realmente è, davvero fascinoso.
Stufo dei soliti abbinamenti con cinturini neri o marroni, ho optato per un semplice pelle blu e devo dire che è stata una scelta giusta.

Come accennato prima posizionerei questo Enicar intorno al 1960-1965.



La cassa è cromata di forma tonda.
Il fondello in acciaio chiuso a pressione e recante all'esterno la denominazione e la referenza.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica   35,2 mm
Altezza alle anse                             43,2 mm
Spessore                                          9,1 mm
Anse                                               18   mm

Il movimento è un Enicar 1292 a carica manuale ha 17 rubini e 18.000 A/h con 36 ore di riserva di carica.
E' stato prodotto a partire dal 1955.

martedì 1 settembre 2020

Oriental Skin-Diver 200mt

Poco dopo aver acquistato il Longines che ho pubblicato ieri, in un altro banchetto al mercatino mi imbatto in uno splendido diver, un Oriental Skin Diver 200 Mt.
Mi colpì innanzitutto il quadrante bianco, cosa rara, e secondariamente il vetro plexiglass fortissimamente bombato.
Chiesto il prezzo, pagato e intascato, una volta arrivato a casa ho fatto alcune ricerche scoprendo che è un pezzo davvero raro soprattutto nella versione bianca e con una quotazione abbastanza elevata.
Della Oriental si sa decisamente poco, legata alla Omega poteva essere forse un marchio destinato agli USA, poi una Oriental "Italiana" di proprietà di Binda, azienda proprietaria di Vetta e Breil come marchi molto conosciuti.
Per le caratteristiche costruttive sono propenso a credere che questo modello sia della Oriental "Italiana" ma sinceramente non lo posso sapere.
La cassa molto bella e semplicemente ripulita dallo sporco accumulatosi nel tempo, è completamente in acciaio, con inciso sul fondello la denominazione Skin Diver e la resistenza alla profondità misurata in 20 Atmosfere.
La lunetta girevole bidirezionale invece non è perfetta, leggermente vissuta ma molto leggibile, il vetro originale era decisamente "glassato" e ho dovuto sostituirlo con uno subacqueo fortemente bombato in modo da mantenere alla perfezione il design caratteristico di questo splendido orologio, l'ho comunque conservato da parte.
Il movimento al momento dell'acquisto era funzionante, ma in realtà si fermava spesso così l'ho fatto revisionare da un maestro orologiaio in quanto il Felsa 4007N automatico è un calibro abbastanza difficile e ho voluto evitare di fare danni nel revisionarmelo da solo, dopotutto un bel pezzo così merita anche qualche spesa in più.
Infine ho montato un bracciale in acciaio che donasse importanza a questo Oriental.

Dallo stile estetico e anche dal periodo di produzione del movimento colloco questo Skin Diver nei primi anni 60 del secolo scorso.



Cassa completamente in acciaio.
Fondello in acciaio chiuso a vite con guarnizione.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica    37,2 mm
Diametro lunetta                              38    mm
Altezza con le anse                          46,7 mm
Spessore                                         12,8 mm
Anse                                                19   mm

Il movimento, un Felsa 400N ha carica automatica con secondi centrali, 25 rubini, 18.000 A/h e riserva di carica di circa 43 ore in posizione di riposo.
Questo movimento è nato nel 1960.