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lunedì 16 febbraio 2015

Revue Antimagnetic

Un orologio vintage non sempre è indossabile dopo una breve pulizia e una veloce sostituzione del cinturino, a volte dai cassetti escono oggetti nello stato di questo Revue, e il cassetto era quello di un amico.
Gli acquisto con una piccola cifra questo affascinante orologio, lui è consapevole del costo di un eventuale restauro, è scettico della buona riuscita.

Per saperne di più: ChronoStoria Revue

Ecco come è saltato fuori dal cassetto.
Decido di effettuare il restauro da solo, sarebbe la prima volta e la sfida mi conquista, l'altro motivo è che se dovrò portare in futuro ogni orologio nelle mani di un orologiaio, temo che le finanze non me lo permettano.
Il Revue segna l'inizio di innumerevoli restauri.


Smonto il movimento dopo aver rimosso il vetro plexiglass con tutta la lunetta.
E' montato dall'alto e tenuto fermo da due viti all'interno che svito, una volta tolta la tige il movimento viene via con il quadrante.
Nonostante le pessime condizioni esterne dell'orologio, il movimento è molto bello e pulito oltre che perfettamente funzionante.
Anche la cassa è a posto internamente.
Come prima operazione passo la grattabugia di ottone per togliere il più possibile l'ossido che si è formato, poi mi aiuto con il dremel per spazzolare energicamente il resto e per far saltare via i residui della cromatura.
Qualcuno vi aveva saldato dei tondini alle anse, le ho tolte, e dopo una delicata limata, ho ripristinato i fori con una punta da 1 mm.
Il materiale della cassa è decisamente morbido, capisco perchè le anse le avevano saldate.
Ultima operazione, con carta seppia grana 600 liscio la cassa per bene, facendo attenzione alle curvature, seguono alcune passate con carta di grana finissima 1200.
A questo punto non mi resta che portare in cromatura la cassa e la lunetta.
Ecco il risultato dei primi passi.

In attesa del ritorno della cassa dalla cromatura, mi dedico ad una delicatissima pulizia del quadrante, che è ancora ben leggibile, anche se estremamente ingiallito dal tempo.
Pulito semplicemente con molta delicatezza con un cotton-fioc appena inumidito, sufficiente per ridurre i depositi verdi di ossido, che comunque rimangono visibili e togliere la patina opaca del tempo senza intaccare la stampa.
Comunque così era e così è rimasto, altrimenti si rischia di danneggiarlo seriamente con il risultato di doverlo ristampare, cosa da evitare se possibile.
Le lancette purtroppo anch'esse erano ossidate, e una leggerissima passata di carta seppia finissima grana 1200 ha eliminato semplicemente la granulosità nera che si era depositata, per fare un bel lavoro bisognerebbe farle placcare oro, ma considerato il quadrante vissuto anche loro possono essere lasciate così.
Infine passo al vetro in plexiglass rovinatissimo, passando e ripassando delicatamente la carta seppia sempre 1200 per eliminare i profondi graffi, per terminare una vigorosa lucidata con un semplice polish per carrozzerie d'auto.
Risultato ottimo.

Con l'arrivo della cassa, cromata molto bene e decisamente bellissima con le sue anse a goccia, mi appresto con pazienza a rimontare il tutto.


Si rimonta ora il movimento... splendido e in ottima forma nonostante i suoi anni.
All'interno del fondello ho cercato le incisioni delle revisioni, ne ho trovata una del Luglio 1959, una del Novembre 1973 e una in Aprile 1996.
Immaginando che la prima revisione sia stata fatta dopo cinque anni e tenendo conto che il Calibro 77 della Revue è nato nel 1950, si può datare questo orologio nei primissimi anni 50 del secolo scorso.

Ed ecco il risultato finale, un gran bell'orologio di circa 60 anni, rinato a nuova vita.




Cassa cromata con fondello in acciaio chiuso a pressione, vetro in plexiglass.

Dimensioni:
Diametro esclusa corona di carica 34,6 mm
Altezza con le anse                         43   mm
Spessore                                           8,8 mm
Anse                                               18    mm

Il movimento, un Revue 77 è un carica manuale con i piccoli secondi al 6, è un 11.5''' (Dia. 25.6 mm) con uno spessore di 3.3 mm.
Ha 15 rubini e la frequenza è quella classica per gli orologi dell'epoca un 18.000 A/h con una riserva di carica di circa 40 ore.

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